Una nuova settimana è iniziata, molto lavoro durante il week end e tre simpatiche partite a calcio al vicino centro sportivo. Studenti norvegesi, inglesi, polacchi, magazzinieri serbi, minatori thailandesi, russi e le fortissime ragazze norvegesi. Una di queste mi ha persino "ripreso" perché, a suo dire, da buon italiano, pensavo solo al risultato e non a produrre un gioco corale...troppo fair-play da queste parti... Il maltempo non ha lasciato tregua fino a lunedì mattina quando, una volta smesso di nevicare, un gruppo di 5 motivati sciatori ha tentato di raggiungere la grande tenda sul Larsbreen...missione fallita miseramente dopo aver vagato nella nebbia per mezzo plateau. Ci siamo consolati con una bella colazione all'aperto con - 19° e vento forte con conseguente wind chill patagonico. Scivolati velocemente a valle ci riscaldiamo con una doccia bollente per affrontare le lezioni della giornata.
Non ci sia annoia di certo da queste parti, anzi...siamo solo a metà settimana e sono mezzo morto :-) Le lezioni sono estremamente interessanti e molto molto impegnative, dopo la prima settimana sulle famigliari tematiche dei bilanci di massa, la pacchia è finita, stiamo entrando nel cuore della glaciologia: dinamica glaciale, meccanica, leggi di flusso, idrologia endo-sub-glaciale, deformazione, sforzi ed altre cose simpatiche simpatiche. L'uscita al Tunabreen prevista per martedì, è stata rimandata a venerdì a causa della solita bufera di vento e neve, in cambio siamo stati consolati da 5 ore di lezione frontale.
Longyearbreen moraine cave
Tornati alle barrak, per passare dal teorico, le mille equazioni assorbite durante la giornata, al pratico, andiamo ad esplorare la vicina grotta nella morena a nucleo in ghiaccio del Longyearbreen. Gruppo compatto per non intasare la grotta, non ci si starebbe proprio.
In mezz'oretta raggiungiamo la tavola di legno che protegge l'ingresso. Con stupore vediamo un minuscolo buco nero, dobbiamo infilarci li dentro??? neanche il tempo di porsi la domanda che Roberto si è già buttato a pesce lanciando lo ziano fuori e lanciando fotocamera e cavalletto davanti.
Uno alla volta ci infiliamo nel budello e dopo pochi metri siamo all'ingresso della grotta dove ci sono delle candele per illuminare l'ambiente. I cristalli di ghiaccio e brina sul basso soffitto riflettono mille colori e creano una atmosfera magica.
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l'ingresso della Longyearbyen moraine cave |
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Roby in esplorazione verticale |
Mentre scattiamo qualche foto Roberto è già in fondo dove ha scoperto un camino che conduce probabilmente in superficie.
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giochi di luce |
Il sottoscritto furbescamente non ha portato la pila frontale, dov'è il problema? vi assicuro che non c'è niente di più buio di una grotta nel ghiaccio di notte! Mi faccio strada con la luce del pannello LCD della fotocamera, funziona, ma la prossima volta sarà meglio organizzarsi.
All'uscita troviamo gli zaini coperti da 2 cm di neve, ha ripreso a nevicare precludendoci per l'ennesima volta i momenti migliori per le aurore.
Da piccolo avevo un po' di claustrofobia che mi ha sempre bloccato qualsiasi velleità speleologica, ma la speleologia glaciale è talmente eccitante che è in grado ci nascondere in un angolino qualsiasi problema psicologico...sperando che il movimento del ghiacciaio (deformazione interna) non ci chiuda la porta come ci è stato raccontato a lezione!
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Fitta nevicata oggi a mezzogiorno |
Il prossimo week end lo passeremo in una "cabin" che raggiungeremo con gli sci, tradotto in delebiese dovrebbe essere una cosa come un "en va' a durmì a Usìc". La località però si chiama Bjørndalen ovvero: la Valle degli Orsi...chissà...intanto venerdì al Tunabreen dovrebbe essere finalmente bel tempo.
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