Il week end alle Svalbard è abbastanza simile a quello valtellinese, se il tempo è buono si va a sciare!
Il vantaggio è che qui si parte sci ai piedi, lo svantaggio è che, senza mezzi meccanici, le gite sono abbastanza limitate.
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Un simpatico e cordiale incontro con un "local" svalbardiano... per fortuna vista l'attrezzatura sulle nostre spalle! foto R. Colucci |
Il sabato mattina partiamo in 11 non appena la luce è sufficiente per il Trollstein, 830 m s.l.m.!, una delle vette più vicine e rinomate della zona. Per molti è il primo impatto con la neve ed il gruppo è incredibilmente eterogeneo, c'è chi sale a piedi con gli sci da discesa in spalla, chi con ciaspole ed una borsa a tracolla, chi con gli sci da escursionismo norvegese...solo io, il triestino Roberto, l'austro-tedesco Erik e la svizzera Kathrin siamo piazzati sui nostri sci d'alpinismo. Accomuna tutti uno spirito incredibile, direi molto "british", pochi fronzoli, si va a spasso anche se non si è perfettamente (!?) attrezzati senza mai lamentarsi, sempre con il sorriso sulle labbra anche se imperversa la bufera e si rischia di rimanere in mezzo al temuto white-out.
Questo entusiasmo, questa voglia di imparare, di mettersi in gioco e questo spensierato coraggio, che accomuna tutti, rende questi ragazzi veramente eccezionali! Sto imparando moltissimo da loro e posso solo considerarmi fortunato di poter condividere con loro questa fantastica esperienza.
Il caldo inconsueto della partenza (- 6°) lascia presto il posto ad un più fastidioso - 15° con vento moderato. Nevica a tratti e la visibilità scarsa ci fanno optare per l'anticima, la bellissima roccia sommitale del Trollstein verrà conquistata la prossima volta.
La domenica puntiamo all'altro ramo della valle, saliamo con tutta calma il Longyearbreen, ovvero il Ghiacciaio di Longyear. Superate le morene frontali si sale sul ghiacciaio. Il percorso è pianeggiante ma discretamente panoramico.
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Nybyen e Longyearbyen dal ghiacciaio |
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arriva il Polar Bear? |
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Arrivati nei pressi del passo alla testata della valle il tempo si guasta nel giro di pochi minuti. Si alza una bufera di vento da sud ovest che ci costringe ancora a desistere dai nostri piani (non molto più arditi comunque). Al passo giriamo le punte e torniamo indietro in un tempesta d'altri tempi con - 17° e raffiche superiori a 50km/h, il wind chill lo lascio calcolare a voi...dico solo che è buona cosa non avere parti del corpo esposte in queste situazioni.
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arriviamo al passo mentre imperversa la bufera |
un paio di video della discesa sul Longyearbreen
e questo di Roberto...
Muoversi alle Svalbard con gli sci è molto più impegnativo rispetto alle Alpi, non basta fare attenzione ai normali pericoli (valanghe, visibilità ecc), qui occorre stare molto attenti a non perdersi nei vasti spazi dei plateau superiori e bisogna fare attenzione al re dell'Artico, l'Orso Bianco. Muoversi con un fucile in spalla e continuare a guardasi attorno per controllare se tutto va per il verso giusto da una sensazione particolare, il buon Alessio con un po' di enfasi direbbe "primordiale", dico bene?. Di certo niente è semplice e banale da queste parti, forse per questo sono convinto che torneremo persone migliori?
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