sabato 2 aprile 2011

Il mio primo giorno in Russia

Sono passate due settimane e sono successe un sacco di cose! Lunedì 21 abbiamo fatto l'esame di glaciologia...poco tempo per prepararsi, l'ultima lezione è stata il venerdì precedente. Una settimana burrascosa, in tutti i sensi, il 18 marzo infatti ho assistito alla più spettacolare bufera della mia vita. Per tutto il giorno ha diluviato con + 4°, tornando a casa si faticava a tenere gli occhi aperti per la pioggia orizzontale ed i torrenti di 20cm che scorrevano ovunque. In tarda serata la pioggia è girata in neve ed il vento è diventato veramente pazzesco con raffiche che, alla vicina stazione di Breinosa, hanno toccato i 129 km/h. Il ghiaccio ha iniziato a formarsi su tutti i cavi e le superfici esposte. Un botto improvviso ed un bagliore dalle finestre, la corrente salta. Nelle Barrak in festa nessuno ci fa caso ma, quando il mattino successivo tutto è ancora fermo, tutti iniziano a preoccuparsi. Se qui manca l'energia elettrica...manca tutto: riscaldamento, cucina e pure l'acqua fredda non funziona. Al mattino al piano terra la temperatura stava già alando a livelli inaccettabili quando siamo "fuggiti" tutti verso l'UNIS dove dei generatori garantivano l'energia. 
Fortunatamente nel corso della giornata il black out è stato risolto e tutto è rientrato nella normalità...più o meno...visto che le strade inondate di acqua corrente con - 11° sono uno spettacolo veramente particolare.


Nybyen dopo la tempesta

Il week end pre-esame è stato dedicato interamente allo studio, soprattutto io e Roberto abbiamo fatto veramente le ore piccole dovendo colmare qualche gap rispetto ai brillantissimi compagni. 
Lunedì mattina con una inconsueta tensione scendiamo all'UNIS ed in 4 ore filate ci svuotiamo dei concetti acquisti nell'ultimo mese e completiamo l'esame...c'è chi ha scritto più di 15 pagine, mentre io mi sono fermato a 9, chissà se Doug capirà ciò che ho scritto in inglese!


21 marzo, Roberto ed io durante l'esame (foto Puntel)
Nel mentre il Puntel è venuto a trovarmi, e, finito l'esame, è iniziata una settimana piena piena. 
Con lui dall'Italia sono arrivate tante cose utili e tante cose buone come la farina dello Zio per far polenta, bitto, salame, castagne secche, croccante e focacce della Marta (grazie!)... 
Prima cosa ci siamo lanciati subito in una taragna con burro salato nordico, è venuta niente male


taragnino improvvisato alla barrak n°3
Poi ovviamente abbiamo iniziato a gironzolare, il martedì io sono andato con l'UNIS nell'ultima escursione del corso mentre lui ha noleggiato una motoslitta e si è aggregato ad alcuni miei amici locali per un giro al bellissimo Tempelfjorden.

Noi per la prima volta siamo andati verso sud su un percorso molto divertente e tecnico in accumuli enormi di neve fresca soffiata dal vento. Abbiamo raggiunto il bellissimo Grönfjordbreen. 

lago proglaciale visto dalla morena della Piccola Età Glaciale, in fondo, il ghiacciaio






La neve fresca e qualche calcolo non proprio esatto ci ha costretti ad andare alla ricerca di carburante per tornare a casa. In 20 minuti ha iniziato a nevicare partendo dal sole delle foto qui sopra, ci dirigiamo verso Barentsburg, l'unico nucleo abitato russo ancora abitato alle Isole Svalbard. Capiamo subito di essere arrivati un un luogo particolare, in motoslitta finiamo dritti nella miniera di carbone dove immensi camion accostano per farci passare. Tutto sembra fermo da 30 anni qui...un viaggio a ritroso nel comunismo sovietico e, nonostante il nucleo si trovi in territorio norvegese, è sostanzialmente il mio primo giorno in Russia.
600-800 abitanti che vivono non si sa bene dove, metà delle case sono abbandonate, segno di un passato sicuramente più fiorente. Nonostante il suo aspetto apparentemente lugubre, gli immensi manifesti propagandistici comunisti donano al nucleo una certa coerenza stilistica e personalità del tutto assente nel ricco villaggio distribuito di Longyearbyen.
Ovviamente la benzina c'è ma l'unico delegato alla vendita (4 taniche!) è a Longyearbyen e nessuno sa quando torni. Ho tempo così di girare per le vie del paese e godermi questo tuffo in un passato ormai lontano.

i disperati del corso di Glaciology arrivano al Barentsburg hotel









qualche casa abbandonata cede sotto i colpi del Permafrost



















In un posto del genere mi ha particolarmente sorpreso la cordialità della gente, un turista vestito come un astronauta che che scatta foto potrebbe tranquillamente essere malvisto dai minatori che tornano dal lavoro con il piccone in mano! Invece tutti salutano cordialmente e sorridono, quasi felici di vedere qualcuno di nuovo in un paese dove tutto è fermo, non ci sono negozi, non c'è sostanzialmente nulla se non un giacimento di carbone da "coltivare".

Dopo ore di attesa e di telefonate del responsabile locale pare che qualcosa si muova, probabilmente hanno dovuto chiedere a Putin in persona per poterci vendere 4 taniche! Facciamo infine rifornimento e possiamo riprendere la via di casa quando ormai fa' buio. Il viaggio di ritorno sarà impegnativo, controvento a velocità molto sostenute con solo 3 stop fra vallette, salti, discese e salite. Alle 21.30 facciamo ritorno a Longyearbyen dove frotte di turisti ci fotografano mentre torniamo a casa sci ai piedi per le vie del paese. Il contrasto è impressionante. Due mondi che nel tempo si sono molto avvicinati,qui sono ancora del tutto divisi ed il contrasto che si osserva in pochi km è meglio di qualsiasi libro di storia contemporanea. 

to be continued....

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