16 febbraio 2011
In compagnia di Ben, Brendon e Roberto si va in esplorazione a Longyearbyen. Passiamo la scuola dove, con grande stupore vediamo una trentina di bambini giocare a calcio all’aperto (!) in un campo completamente innevato senza curasi troppo dei – 24° del mattino. Sicuramente qualche “associazione genitori” in Italia farebbe causa alla scuola per la salvaguardia dei preziosi pargoli. Sono altresì convinto che generalmente godano di miglior salute i bambini locali. Scendendo verso il mare il freddo diventa decisamente più intenso e pare che ad ogni passo ci sia qualche decimo di grado in meno, mi sono vestito un po’ leggero e la mia vecchia giacca in gore-tex sempra una k-way degli anni ’80.
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La luna è l'unico appiglio per farci credere di essere ancora sulla terra |
Sulla porta di un negozietto avvertono che tutti gli orsi che stanno dentro al negozio sono già morti quindi è cortese lasciare fuori i fucili! In fondo al paese, quasi sul mare c’è questa grande astronave rialzata dal terreno che è la sede dell’UNIS, l’Università delle Svalbard. Dentro si è obbligati a girare in ciabatte o direttamente con le calze di lana, come fanno tutti. La struttura è fantastica, completamente rivestita in legno con uffici pieni zeppi di strumentazioni e strutture modernissime. Mangiamo qualcosa alla “cantina”, una specie di mensa che sembra un ristorante a 5 stelle (non per il cibo, solo per la struttura). Torniamo alle nostre barrak non prima di aver fatto la spesa alla “Svalbardbutikken”, l’unico supermercato del paese. C’è tutto ciò che serve, pure degli improbabili “makaronen”e delle piadine chiamate “soft tortillias”.
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Longyearbyen |
Alle 3 la discreta luce del giorno (senza il sole per il momento) lascia spazio alla luce lunare, astro che mai ci abbandona durante le 24h! Prima di cena ci lanciamo in visita alla “Gruve 2”, ovvero una vecchia miniera abbandonata lungo il versante sopra Nybyen. L’atmosfera è spettrale negli edifici di legno abbandonati e semi-diroccati, probabilmente abbiamo scattato le foto di archeologia-industriale più settentrionali del mondo.
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Gruve 2 |
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archeologia industriale in terre artiche |
Ad un certo punto ci perdiamo saliamo una scala buia, ghiacciata ed infinita e, per puro caso, troviamo una via d’uscita che ci riporta sul pendio, un centinaio di metri sopra l’ingresso. Il panorama sulla vallata è stupendo e ci fermiamo a scattare qualche foto sfruttando il relativo caldo garantito dall’inversione termica. Domani inizia il corso di sopravvivenza nell’artico, adrenalina!
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Longyearbyen dalla Gruve 2 |
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Nybyen ed il Longyearbreen
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in attesa dell'aurora |
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nube orografica sul Gruvefjellet |
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